Il momento difficile della British Speedway League

Speedway in Gran Bretagna

facebook / Chris “Bomber” Harris

Il momento difficile della British Speedway League

Una piccola guida per conoscere lo speedway in Gran Bretagna, per cercare di capire i problemi che devono affrontare i promotori e i piloti che si cimentano in questo sport motociclistico.

Cosa c’è di bello nello speedway britannico e cosa necessita di miglioramenti, ha portato la curiosità di raggiungere alcune informazioni sulle strutture presenti nelle singole città. A riguardo alle opzioni di viaggio, dove poter mangiare e pernottare in modo relativamente economico, per seguire lo Speedway in Gran Bretagna.

La maggior parte degli appassionati di speedway definisce la Gran Bretagna la culla dello sport speedway. Sebbene gli esordi di questa disciplina siano avvenuti nella “Terra dei Canguri”, e proprio lì che si registrarono i primi giri effettuati su una pista ovale, inizialmente riservata per le corse dei cavalli. Le Isole Britanniche divennero successivamente note come una vera e propria scuola di vita dello speedway. Si è anche affermato, non senza ragione, che se un pilota di speedway volesse diventare un campione del mondo, la strada per arrivarci passa attraverso l’Inghilterra. Questa teoria è crollata quando Bartosz Zmarzlik o Artem Laguta hanno vinto la Coppa del Mondo, relativamente abbastanza recentemente. Per essere precisi, Zmarzlik ha avuto un periodo nella squadra inglese del Birmingham Brummies nel 2014, ma questa avventura è stata così breve che probabilmente non ha avuto alcun impatto sui suoi ulteriori successi.

Lo speedway britannico è molto specifico. I tre campionati di lega inglese, Premiership, Championship e National sono formulati con delle regole e punteggi particolari rispetto al resto d’Europa. Rispetto agli anni passati che godeva di una fama di grande prestigio, col passare del tempo si è drasticamente ridimensionato al punto per un periodo da fare fatica a trovare giovani emergenti. In larga misura, aveva segnato la mancanza di fascino di questo ambiente, carente di strutture sportive moderne e la mancanza degli stadi di livello internazionale causata dalla quantità insufficiente di sterline a disposizione verso questo sport spettacolare. Purtroppo, ormai da diversi anni, la mancanza di fondi rappresenta uno dei maggiori problemi per i promotori inglesi. Tuttavia non si può essere del tutto convinti che se i conti dei club fossero più ricchi questo approccio sarebbe diverso. Questa è la loro mentalità.

Manca anche una propria infrastruttura indipendente e non attira molto interesse a derapare su queste piste difficili e tecniche dai migliori piloti del mondo. Non si sa per quanto tempo questo possa durare, ma sembra di vedere la luce alla fine del tunnel. Nel 2024, i contratti in Inghilterra sono stati firmati da piloti di alto livello come Emil Sayfutdinov, Jason Doyle, Maciej Janowski, Daniel Bewley, Max Fricke, Chris e Jack Holder e Tobiasz Musielak, in cui si potranno ammirare per diversi anni. Ciò si tradurrà sicuramente in un maggiore interesse da parte di tifosi e sponsor. La stagione 2024 si preannuncia eccezionalmente interessante considerando le condizioni locali, come dimostrano le formazioni raccolte dai promotori.

Una curiosità che probabilmente in molti si staranno chiedendo cosa significhi il termine “promoter”, che compare così spesso nel vocabolario dello speedway britannico. Il promotore non è altro che il proprietario del club. In parole povere, è legalmente e materialmente responsabile della liquidità finanziaria del club e di tutto ciò che riguarda il funzionamento del centro e l’intera organizzazione dell’evento ufficiale di speedway. Ci sono solo pochi club in Europa con un singolo proprietario chiaramente definito, nelle piste polacche di Lodz e Torun, e la tedesca Landshut. La stragrande maggioranza sono aziende o associazioni guidate da presidenti e dove semplicemente non esiste alcuna responsabilità legale e materiale per le attività del club. Effettivamente, ci sono club anche sulle “Isole Britanniche” dove ci sono due o tre proprietari, ma di solito nei contratti scritti questo è specificato in modo molto preciso e chiaro.

Anche la forma di finanziamento dello speedway e dello sport in generale è decisamente diversa. In Inghilterra, solo le discipline olimpiche ricevono sostegno da fondi governativi o, come lo si possa chiamare diversamente, fondi pubblici. Il resto degli impianti sportivi è sostenuto da chi vuole divertirsi. Nello speedway britannico il budget arriva dalle tasche del proprietario, attraverso la vendita di biglietti, gadget e catering negli stadi. Un importante contributo arriva da chi effettua delle donazioni. In generale, il finanziamento delle sponsorizzazioni non supera il 35% del budget. Il Consiglio Comunale (l’equivalente del Municipio) non è coinvolto in alcun modo nell’assistenza finanziaria, e non c’è alcun sostegno da parte delle aziende statali.

L’intera infrastruttura dello stadio è di proprietà privata o affittata, pertanto la manutenzione dell’impianto e di tutte le attrezzature è responsabilità del promotore. Nella maggior parte dei casi, il personale, i custodi, il personale di pista e di parcheggio, i venditori e i bigliettai sono volontari. Sì, ci sono funzioni a pagamento, ma gli importi sono molto simbolici. I prezzi dei biglietti non sono dei più economici, quindi non mancano le persone disposte ad aiutare durante la gara. Tuttavia, tutti devono completare dei corsi appropriati. Alcuni sono più ufficiali, altri richiedono la formazione di un promotore, dopotutto è responsabile di tutto, anche degli errori degli arbitri. Non è raro osservare una situazione in cui il proprietario del club sale sul trattore e aiuta nella manutenzione della pista durante le pause tra le gare o ripara di tasca propria le manutenzioni dello stadio. Questa sarebbe la vita quotidiana assolutamente normale sugli ovali britannici.

A questo punto si potrebbe immaginare come sarebbe lo speedway polacco se non ci fosse il sostegno del denaro pubblico da parte dei municipi o delle aziende statali. Quando gli stadi diventeranno privati ​​e la loro manutenzione sarà di responsabilità degli amministratori delegati, riuscirà a rimanere tutto così ben strutturato e così spettacolare? Solo il tempo lo potrà dire con il passare degli anni.